Gli esperti di Redazione rispondono ai lettori che chiedono quando e a chi conviene pagare in contributi volontari per andare in pensione. La questione relativa alla contribuzione volontaria interessa molti lavoratori per due fondamentali motivazioni. La prima di esse riguarda la possibilità di porre rimedio ai buchi contributivi che potrebbero derivare da mesi di disoccupazione o interruzioni dell’attività lavorativa. La seconda motivazione che spiega l’interesse relativo alla contribuzione volontaria riguarda la volontà di aumentare l’importo del rateo pensionistico.
Nell’articolo “Quanto costa pagare un anno di contributi volontari?” la Redazione fornisce indicazioni sui costi da preventivare per la prosecuzione contributiva volontaria. Il lettore tenga conto che le spese da sostenere non sono del tutto trascurabili. Per ogni anno di contribuzione volontaria si deve difatti mettere in conto di investire una somma di denaro superiore ai 3000 euro. Ciò induce ovviamente i lavoratori a chiedersi quando e a chi conviene pagare i contributi volontari per andare in pensione.
A chi conviene pagare i contributi volontari per andare in pensione?
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La convenienza della contribuzione volontaria dipende anzitutto dai costi che il lavoratore deve sostenere e che variano a seconda della categoria di appartenenza. I lavoratori autonomi, fra cui commercianti e artigiani, pagano i contributi volontari sulla base degli stipendi degli ultimi 36 mesi. Per i coltivatori diretti la somma di denaro da versare dipende dalla media della retribuzione degli ultimi 3 anni. Mentre il calcolo dell’importo che i dipendenti statali devono versare per il contributi volontari si effettua sulla base delle ultime 52 settimane.
Conviene pagare la prosecuzione volontaria ai lavoratori che già sono in possesso di almeno 18 anni di contributi poiché basterebbe versare ormai ben poco. Ciò permetterebbe di recuperare i periodi di vuoto contributivo, rimettersi in carreggiata e accedere al trattamento previdenziale. Diverso il caso di chi invece intende versare i contributi volontari per veder crescere l’importo dell’assegno pensionistico. In questo caso occorre valutare e ponderare con calcoli precisi l’eventuale convenienza di una prosecuzione volontaria. Si tenga conto difatti che l’INPS stabilisce in base agli aggiornamenti Istat aliquote differenti a seconda delle varie categorie di lavoratori. Occorre pertanto prendere in esame i costi relativi alla propria posizione professionale per poter confermare la convenienza della contribuzione volontaria.