A che età si può andare in pensione con 38 anni di contributi INPS e quali penalizzazioni eventualmente si potrebbero subire sul piano economico. Chi non soddisfa il requisito contributivo per l’accesso ad alcune misure previdenziali ha comunque possibilità di anticipare il pensionamento. Il vantaggio di smettere di lavorare qualche anno prima non deve tuttavia portare come conseguenza il taglio degli assegni pensionistici. Ecco perché oltre alla valutazione dell’età anagrafica necessaria bisogna fare i conti con gli importi che si riceveranno e le possibili decurtazioni.
Nell’articolo “A quanto ammonta l’assegno delle pensioni INPS con 38 anni di contributi?” la Redazione fornisce risposte in merito ai ratei mensili. Ciò perché il desiderio di lasciare la professione non deve comportare riduzioni sensibili delle somme cui si avrebbe diritto trattenendosi qualche altro anno al lavoro. Del resto si chiede a che età si può andare in pensione con 38 anni di contributi INPS il lavoratore che per varie ragioni non ha una carriera lineare e continuativa. Potrebbe infatti non aver accumulato un montante contributivo di oltre 40 anni a causa di un ingresso tardivo nel mondo del lavoro. Oppure avere lacune contributive e periodi in cui ha lavorato a nero senza un regolare contratto professionale.
A che età si può andare in pensione con 38 anni di contributi INPS?
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Anche il contribuente che non possiede più di 38 anni di contributi ha comunque l’opportunità del prepensionamento. Ciò almeno fino al 2022 dal momento che sino ad allora esiste l’opzione pensionistica di Quota 100. Si tratta di una misura previdenziale che consente l’approdo al pensionamento con 38 anni di anzianità contributiva all’età di 62 anni.
Pertanto al raggiungimento dei 62 anni di età si possono far valere 38 anni di contribuzione più una finestra mobile di 3 mesi per i privati. I lavoratori del settore pubblico invece possono ritirarsi con 38 anni di copertura assicurativa e una finestra mobile di 6 mesi. I docenti di ogni grado che invece desiderano avvalersi di Quota 100 potranno accedere al trattamento dal 1° settembre 2021. Può sfruttare tale opportunità unicamente il personale scolastico che riesce a soddisfare i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2021.