Una persona anziana ha tante preoccupazioni e così anche le persone che le stanno accanto. Tra tutti i pensieri, uno dei principali riguarda la possibilità che gli anziani cadano, procurandosi brutte fratture da cui spesso è difficile guarire del tutto. Le cadute negli anziani hanno varie cause: l’osteoporosi, la perdita del tono muscolare, un recupero non ottimale da altre malattie (come l’ictus). Ma una squadra di ricercatori olandesi ha scoperto che c’è dell’altro. Stando ai risultati della loro ricerca, a causare cadute e brutte fratture negli anziani ci sarebbe anche l’abuso di questi comuni farmaci. La ricerca non dimostra una correlazione univoca tra farmaci e cadute. Tuttavia, ha i numeri per sostenere che l’uso di tali farmaci potrebbe influire sul fenomeno. Per questo mette in guardia i medici, gli anziani e le loro famiglie.
A causare cadute e brutte fratture negli anziani ci sarebbe anche l’abuso di questi comuni farmaci
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Abbiamo già visto ricerche che mettevano in luce le controindicazioni nate dall’abuso di farmaci usati comunemente. Alla lista si aggiunge una ricerca olandese, pubblicata sulla rivista “Maturitas” e riportata dall’Istituto Superiore di Sanità. Secondo i ricercatori, gli anziani che assumono psicofarmaci possono aumentare il rischio di cadute improvvise e quindi di brutte fratture.
La ricerca pone l’accento su diverse controindicazioni derivanti dall’abuso di questi farmaci, tra cui deficit di attenzione e abbassamento della pressione arteriosa. L’insieme di questi fattori comporterebbe un rischio maggiore di cadere. Secondo l’esperienza degli studiosi, durante le prime due settimane di terapia con psicofarmaci, spesso avvengono incidenti che portano a cadute. Le cadute, oltre una certa età, sono un rischio vero e proprio per la salute dell’anziano. Sono, infatti, tra le principali cause di fratture, traumi e, a volte, anche di morte.
Ecco i farmaci che sarebbe meglio evitare quando c’è un elevato rischio di caduta
Secondo gli esperti, gli anziani a elevato rischio di caduta dovrebbero evitare l’assunzione dei suddetti farmaci. Tra quelli incriminati rientrano antipsicotici, antidepressivi, ansiolitici a base di benzodiazepine e anche sonniferi come il Temazepam.
Ad ogni modo, chiosano gli autori della ricerca, è auspicabile un maggior dialogo tra i medici e i loro pazienti. Spesso gli anziani cominciano una terapia a base di antidepressivi, magari dopo un ricovero, e continuano a seguirla senza criterio. Anche le famiglie dovrebbero monitorare, per conoscere i reali effetti dei farmaci assunti dai loro cari.
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