Era un gruppetto che si aggirava in zona qualcosa come 120-140 milioni di anni fa, nel periodo geologico del Cretaceo. L’uomo era ancora lontano dall’apparire sulla Terra, altrimenti sarebbe stato assai spaventato dall’incontro con certi animali extra-large. E che hanno lasciato le loro impronte su questi monti a pochi chilometri da Roma. Sarebbero le più antiche finora scoperte nel Lazio.
L’area era tutta ricoperta di acqua, che ogni tanto si ritirava, formando parti paludose: è qui che i pachidermi hanno impresso le orme. Su queste si sono via via sedimentati altri strati di materiale, che le hanno conservate fino ai giorni nostri.
Le rocce raccontano una storia antichissima
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Per i paleontologi, quelle impronte appartengono a due tipi di dinosauri chiamati teropodi e sauropodi. Alcune hanno 3 dita con tanto di unghie, altre sono a forma circolare-ellittica. Le dimensioni di questi rettili erano medio-piccole (si fa per dire) per pesi anche di 10 tonnellate.
Le orme sono visibili in località San Martino, sopra il borgo di Esperia, provincia di Frosinone. È la strada che porta all’altopiano di Polleca, sui Monti Aurunci, rocce carbonatiche aspre in cui sopravvivono le piante tipiche della macchia mediterranea.
In primavera, ad esempio, possiamo ammirare le orchidee selvatiche, oltre 50 specie, dalle forme anche bizzarre, da qui i loro nomi curiosi, come l’uomo nudo o la ballerina.
In un paesaggio del genere, Esperia si erge a 370 metri di altezza, con i resti del suo castello normanno a pianta quadrata.
Nel paese, fondato nel 998 d.C. da monaci greci, dopo aver curiosato nei suoi vicoli, sostiamo al Palazzo Spinelli del ‘400, dove c’è il Museo del carsismo. Un percorso che è una vera e propria calata nella storia geologica del territorio.
A 370 metri di altezza, con i resti del suo castello normanno, in questo luogo da visitare nel Lazio fioriscono 50 specie di orchidee selvatiche e si vedono le impronte dei dinosauri
Una gita qui significa anche trovarsi immersi in un luogo in cui i boschi qua e là lasciano il posto agli uliveti e alla piana della Valle del fiume Liri, nei possedimenti un tempo appartenuti alla vicina Abbazia di Montecassino. Del resto, siamo nelle terre di San Benedetto e il patrimonio sacro della cittadina è ricco di testimonianze religiose, come la Chiesa di Santa Maria Maggiore che si festeggia con una solenne processione la prima domenica di maggio, o il Santuario della Madonna delle Grazie.
Esperia è nota poi non soltanto perché ci sono le straordinarie impronte dei dinosauri, ma pure per la sua enogastronomia. Da provare l’olio extravergine, il pane cotto a legna, il vino, i peperoni Dop e il formaggio, la Marzolina di Esperia.
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