5 titoli di Stato alternativi a libretto postale e conto deposito vincolato

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A volte c’è la necessità di parcheggiare per un breve periodo di tempo una data somma di denaro. In questi casi la scelta finale non può non ricadere su uno strumento sicuro. Spesso si tratta del c/c, dimenticando che, in realtà, si tratta solo di un ottimo strumento di pagamento e una pessima soluzione d’investimento. Una considerazione che non muta neanche nel caso del breve-medio periodo.

Vediamo, allora, in questa sede 5 titoli di Stato alternativi a libretto postale e conto corrente e/o deposito, libero e vincolato.

Perché preferire il parcheggio di breve nei titoli di Stato?

Sui mercati finanziari tutto cambia più o meno velocemente. Quello che valeva ieri potrebbe non valerlo più oggi, come pure le considerazioni odierne potrebbero non avere più senso domani.

Nel biennio 2020-2021 i titoli di Stato di breve termine erano i prodotti del reddito fisso meno convenienti su cui investire. I rendimenti erano negativi fino alle scadenze a 4-5 anni, mentre oggi lo scenario è radicalmente mutato. Questi prodotti sono infatti tornati positivi anche sul brevissimo periodo.

Una bella notizia, insomma, specie se unita a tutta una serie di considerazioni. La prima è che si tratta di prodotti su cui vige la garanzia dello Stato sul capitale investito. La seconda è che è noto in partenza il valore di rimborso finale, ossia 100. La terza è data dalla presenza del rendimento positivo unita (quarta) alla tassazione agevolata (12,50%). Infine, quinta considerazione, abbiamo la breve durata residua dello strumento.

In sintesi, oggi i titoli di Stato si possono considerare dei discreti parcheggi della liquidità sul breve temine.

5 titoli di Stato alternativi a libretto postale e conto deposito vincolato

Pendiamo adesso in esame alcuni sovereign bond con una durata residua molto contenuta. Per farlo, considereremo tanto i BOT quanto i BTP.

Nel primo caso pensiamo al Buono Ordinario del Tesoro IT0005494502 e al BOT con ISIN IT0005508236. Il primo scade il 12 maggio 2023, cioè tra meno di 8 mesi e venerdì ha chiuso a 98,943 centesimi. Il secondo ha una scadenza più lunga, pari quasi a un anno (14 settembre 2023) e ha chiuso le contrattazioni a 0,9789 euro.

Cambiando tipologia di prodotto, ma sempre all’interno della scuderia dei prodotti targati MEF, la musica non cambia.

Consideriamo nell’ordine (di durata residua) il BTP con ISIN IT0005215246, il bond con ISIN IT0004953417 e, infine, il titolo con matricola IT0005001547. I titoli scadono rispettivamente il 15 ottobre 2023, il 1° marzo 2024 e il 1° settembre 2024. Come si evince la durata del titolo più lungo non arriva neanche a 2 anni pieni. Eppure, i rendimenti netti annui sono positivi in tutti e tre i casi. Si parte, infatti, da circa l’1,88% del nostro bond più corto per arrivare al 2,26% di quello più lungo.

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