Nella gestione dei propri risparmi, spesso a mancare sono le idee e le alternative sul come muoversi. Specie all’aumentare della liquidità disponibile, giacché un eventuale errore causerebbe danni importanti.
Presentiamo allora in questa sede 5 strategie per gestire 30.000 euro sul conto corrente e non avere brutte sorprese finali.
La scelta più immediata
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La prima opzione considerata è in genere quella di rifugiarsi nel c/c. Spesso, infatti, lo strumento sul quale affluiscono le nostre entrate diventa inconsapevolmente anche la scelta definitiva. Tuttavia, esso è uno strumento di gestione del risparmio e non già uno strumento d’investimento.
Ancora, in media rende all’incirca lo 0,03% mentre i suoi costi (di gestione, imposta di bollo ed inflazione) sono ingenti. Ad esempio è scioccante scoprire quanto valgono dopo soli 6 mesi, 10mila euro depositati in banca a inizio 2021.
Gli strumenti a reddito fisso per gestire 30.000 euro sul conto
Poi abbiamo gli strumenti a reddito fisso, in genere scelti perché danno la certezza del capitale. Garanzia che vale o per tutto il periodo dell’investimento, come nel caso dei buoni, o a scadenza, tipo i titoli di Stato o i conti deposito vincolati.
Per preservare il 100% del potere d’acquisto del proprio capitale, oggi occorre aver sottoscritto strumenti che offrano all’incirca l’1,50% di rendimento annuo.
Con l’inflazione in decisa risalita, strumenti che rendono meno di quel tasso servono solo ad alleviare le perdite, ma non ad eliminarle del tutto.
A seconda della durata dell’investimento, oggi gli strumenti relativamente più generosi sono i conti deposito sul breve-medio periodo e i BTP sul lungo.
La potenza dei mercati
Per ovviare a quest’ultimo problema, sicuramente gli investimenti sui mercati finanziari sono la risposta giusta. Nel medio-lungo periodo, infatti, è storicamente dimostrato che i loro rendimenti battono sempre quelli del reddito fisso.
In una fase storica in cui i rendimenti sul tasso fisso non danno alcun cenno di rialzo, tale opzione merita almeno di essere presa in considerazione. Ma anche sfruttata laddove compatibile con il proprio profilo di rischio.
Tuttavia, l’investimento azionario deve rappresentare sempre solo una parte dei risparmi, ma il 100% degli stessi. La sua quota varierà in funzione dei nostri obiettivi (di breve, medio e lungo periodo) e propensione al rischio.
La consulenza
Soprattutto al crescere della liquidità disponibile, una valida alternativa è data dalla consulenza finanziaria indipendente. Ossia affidarsi ad esperti gestori di portafoglio slegati da mandati con le case d’investimento.
Tale condizione dovrebbe garantire contro eventuali conflitti d’interesse operativi.
L’ultima delle 5 strategie per gestire 30.000 euro sul conto corrente e non avere brutte sorprese
Dunque, i modi e le forme per gestire un portafoglio sono davvero tante. Tuttavia, l’applicazione di due regole su tutte ha storicamente garantito le maggiori soddisfazioni. Ovvero il dare tempo al tempo e la scelta di diversificare gli strumenti.
Sintetizzando al massimo, si potrebbero sottoscrivere due soli prodotti per tagliare i costi e massimizzare i rendimenti sul lungo periodo. Ad esempio, uno strumento sul reddito fisso e uno sul variabile (meglio se entrambi diversificati) e sfruttare al meglio i benefici delle due soluzioni.
Quanto ai pesi dei due strumenti, essi sarebbero una funzione diretta del proprio profilo di rischio. Ovvero 90% e 10%, oppure 80% e 20% o ancora 70% e 30%, etc.