5 pagamenti da non fare mai in contanti e per quale motivo

Pagamenti in contanti-Footo da pexels.com

Per lungo tempo l’Italia è stata il fanalino di coda dell’Europa, per quanto riguarda l’uso dei pagamenti elettronici. La pandemia da Covid 19 ha reso le carte di credito e di debito, i bancomat, nonché i bonifici, strumenti diffusi perché sono comodi e permettono pagamenti tracciabili.

Nell’anno di grazia 2020, l’impiego di carte di credito, bonifici, smartphone e codici QR, ha conosciuto un incremento verticale e inimmaginabile. O meglio, non si poteva supporre un incremento simile prima della pandemia che ci ha costretti tutti dentro casa, relegando così anche la maggioranza dei nostri acquisti al web. Nonostante la praticità e la rapidità della tecnologia contactless, però, monete e banconote restano il metodo di pagamento più abituale e diffuso. È utile dunque sapere che esistono almeno 5 pagamenti da non fare mai in contanti. Questo, perché la legge, in determinati casi, vieta o disincentiva l’uso di questa modalità. Uno dei modi in cui si scoraggia l’uso dei contanti, ad esempio, è applicare restrizioni specifiche che possano pregiudicare la fruizione di benefici fiscali. Va detto anche che il pagamento elettronico ha diversi vantaggi. Uno tra tutti, ti solleva dall’onere dover conservare le ricevute di pagamento. Con gran risparmio di carta e di spazio.

5 pagamenti da non fare mai in contanti

Ci sono dei casi in cui è più vantaggioso, se non obbligatorio, procedere ai pagamenti utilizzando strumenti elettronici, al posto dei contanti. Ecco 5 di questi casi.

Quale somma non si può superare come pagamento in contanti

La normativa in tema di antiriciclaggio, vieta lo scambio di denaro in contanti, a qualunque titolo, tra privati o tra privati e pubblica amministrazione, se di valore pari o superiore a 1000 euro dal 1 gennaio 2023. La violazione di questo obbligo comporta una sanzione pecuniaria che potrebbe andare dai 2000 ai 50.000 euro, a carico di entrambe le parti. Questo, vale anche per le donazioni.

Attenzione alla detrazione sulle spese mediche

Per quanto riguarda le spese mediche, esiste una detrazione del 19% che è collegata al pagamento elettronico. Ovvero, non si può scaricare una visita specialistica presso uno studio privato, se si paga in contanti. In tal caso, si perde la detrazione. Questa prassi non riguarda né gli acquisti di farmaci o dispositivi presso le farmacie, né i servizi ricevuti presso le strutture pubbliche.

Meglio tracciare lo stipendio del lavoratori domestici

Pur non esistendo, in tal caso, alcun obbligo legale, è buona abitudine tracciare i pagamenti effettuati a baby sitter, colf e badanti. Infatti, se non c’è prova dell’adempimento del pagamento del salario da parte del datore di lavoro, quest’ultimo è a rischio. Infatti, il lavoratore, dal momento della cessazione del rapporto, ha diritto a chiedere fino a 5 anni di arretrati, se non dimostrati.

Detrazioni fiscali sui lavori in casa, ecco perché non pagare in contanti

La percentuale delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni può essere di volta in volta modificata dalle politiche governative. Attualmente, è pari al 50% con un tetto massimo di 96.000 euro. In questo caso, non solo è vietato l’uso del contante, ma anche il bonifico dovrà avere una specifica causale. In caso contrario si perdono le agevolazioni.

Fra i 5 pagamenti da non fare in contanti anche il Bonus mobili e pagamento elettronico

Anche per la fruizione del bonus mobili, che consente l’acquisto di elettrodomestici e suppellettili per la casa, è obbligatorio l’uso del pagamento elettronico. In tal caso, per la tracciabilità dei pagamenti, è richiesto un semplice bonifico.

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