Molto spesso si preferisce dare non molta importanza ai primi sintomi di declino mentale che pure affiorano mentre si svolgono le attività quotidiane. Non facciamo caso o non vogliamo fermarci a riflettere sulle piccole dimenticanze o sulla difficoltà di ricordare dove abbiamo lasciato le chiavi dell’auto. Sarebbe troppo doloroso ammettere un invecchiamento precoce delle abilità mentali e ancor più si teme l’insorgenza di qualche malattia neurologica. E di certo non deve consolare il fatto che “Un nuovo farmaco rallenta il declino del cervello che inizia a dimenticare nomi e parole”. Se infatti non subentrano danni funzionali, ci sono innumerevoli strategie e esercizi per la memoria che possono contrastare il venir meno delle cellule cerebrali.
Tuttavia almeno 3 segnali insospettabili rivelano quando anche un cervello giovane sta perdendo neuroni e rischia la demenza. Così come purtroppo si è dinanzi ad un “Cervello in tilt e rischio di ictus se si perde quest’abilità prima dei 60 anni”. E ciò perché sarebbe sbagliato pensare che la perdita della memoria e delle funzioni cognitive sia un fenomeno tipico della terza età. Non è da escludere che un esordio precoce di un lieve disturbo neurocognitivo si aggravi col tempo potrebbe e riduca l’autonomia del soggetto.
3 segnali insospettabili rivelano quando anche un cervello giovane sta perdendo neuroni e rischia la demenza
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A causa dell’apoptosi già a partire dall’età di 30 anni inizia un naturale processo di deterioramento che provoca la morte delle cellule del cervello. Questo fenomeno che comporta la morte programmata dei neuroni prevede una netta riduzione delle sinapsi. Il primo sintomo di un cervello che sta perdendo colpi è rintracciabile nella difficoltà o nella mancanza di concentrazione. Accade quindi che la curva dell’attenzione si abbassa repentinamente e la mente fa sempre più fatica a fermarsi su qualcosa e a svolgere un compito.
Altro segnale evidente va ricercato nella comparsa del disturbo della depressione che indica il cattivo funzionamento dei collegamenti strutturali delle cellule cerebrali. Soprattutto nei casi di depressione maggiore e cronica si registrano infatti delle importanti alterazioni nell’area della corteccia frontale. Infine il terzo sintomo che rimanda alla presenza di anomalie della funzionalità cognitiva coincide con la difficoltà di digestione. Quando infatti è in corso un processo di neurodegenerazione il cervello non riesce a gestire le informazioni che riceve dai ricettori. In particolare compaiono problemi nella digestione se vi sono anomalie nel funzionamento del nervo vago che innerva il tratto digestivo. Il che significa che potrebbero esserci disfunzioni o alterazioni cerebrali nei soggetti che frequentemente soffrono di cattiva digestione e lamentano disturbi all’intestino.
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