Investire nei mercati può rivelarsi piuttosto rischioso se non si è a conoscenza dei pericoli che si corrono. In particolare, gli analisti hanno evidenziato che in questo 2024 stiamo assistendo e assisteremo a diversi segnali di allarme da non sottovalutare prima di investire. Ecco quali sarebbero i principali.
In questo momento storico, sono molti gli analisti che consigliano di investire il proprio capitale molto più cautamente del solito.
Bisogna farlo con coscienza, muovendosi in uno scenario molto instabile. Ma quali sarebbero i rischi secondo gli analisti? Ecco i principali per quelli di JPMorgan, banca d’affari dalla grande influenza e nota in tutto il Mondo.
3 segnali di instabilità nei mercati
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Corsi e ricorsi storici sono molto importanti per chi investe in Borsa. Infatti, lo studio delle cosiddette “serie storiche” può aiutarci ad orientarsi in tempi incerti.
JPMorgan sottolinea che momenti come quello che stiamo vivendo e cioè in cui i mercati azionari agiscono senza coerenza logica hanno storicamente richiesto maggiore prudenza.
La curva dei rendimenti invertita
Un altro segnale preoccupante è l’inversione della curva di rendimento, che spesso anticipa una flessione economica.
Ciò sta avvenendo in contrasto con le previsioni sugli utili, che suggerirebbero invece un aumento della crescita economica. Insomma, una situazione su cui sarà importante cercare di vederci chiaro. Vediamo l’ultimo dei principali 3 segnali di instabilità dei mercati secondo gli strateghi di JPMorgan.
Mancanza di un premio per il rischio nelle azioni statunitensi
Chi investe in azioni americane dovrebbe sapere che i rendimenti degli utili sono perlopiù scesi al di sotto dei tassi di interesse fissati dalla FED.
Quest’ultima, per il momento, non ha intenzione di abbassarli. L’orientamento di Jerome Powell, suo presidente, è infatti molto cauto. Quest’ultimo ha dichiarato che finché non si vedranno dati macroeconomici più incoraggianti e continuativi in tal senso non si potrà fissare una data per il taglio dei tassi di interesse. Si tratta di un’orientamento in linea con quello della BCE.
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