Si sta trattando di un autunno di fuoco per gli appassionati delle serie in streaming. Tutte le maggiori piattaforme hanno lanciato prodotti di punta. Basti pensare alla serie più costosa mai prodotta, ovvero “Gli anelli del potere”, che è stata lanciata su Prime Video. Ma anche gli spettatori di Netflix possono stare tranquilli, visto che il modello della serie inchiesta, che recentemente sta avendo grande successo, prosegue.
È finalmente su Netflix “Vatican Girl, la scomparsa di Emanuela Orlandi”. E sembra avere già tutte le carte in regola per diventare una delle serie più viste dell’anno. Così ecco 3 ragioni per non perdersi proprio su Netflix la serie che ci racconta di una delle più misteriose e purtroppo tristi pagine di cronaca della storia italiana recente.
3 motivi per non perdersela
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La prima ragione per vedere la serie sta nella fruibilità. Il regista di Vatican Girl, l’inglese Mark Lewis, è sotto questo punto di vista garanzia di qualità, considerando anche la recente vincita del premio Emmy con la serie “Dont f**k with cats”. La serie consiste in 4 episodi della durata di circa un’ora ciascuno. Il ritmo però è serrato e mai banale. Copre un arco temporale amplio ed anzi utilizza la molteplicità dei piani temporali come punto di forza in grado di eternizzare la vicenda. La scomparsa di Emanuela Orlandi non è solamente la descrizione di una vicenda giudiziaria italiana contorta ed irrisolta. È la descrizione atemporale dell’amore in una famiglia per una persona scomparsa e del confronto tra la verità ed il silenzio e tra il bene ed il male.
3 ragioni per non perdersi proprio su Netflix la serie su Emanuela Orlandi
La seconda ragione consiste nel perfetto mix che incrocia generi diversi: è un’inchiesta che varia dal tono documentaristico nel metodo a quello geopolitico nella pratica. Di certo, per la profondità del mistero, ci sarebbero gli elementi degni di un thriller. Se non fosse un caso di cronaca purtroppo vero, gli elementi sarebbero quelli perfetti per creare una storia da romanzo: poteri opposti e ramificati, personaggi loschi, un chiaroscuro in bilico tra misticismo religioso ed il genere noir. La politica ed il potere si uniscono in un caso angosciante, che, come costante punto in comune, ha sempre il silenzio di chi potrebbe sapere qualcosa. Di certo la presenza di molte testimonianze rafforza la portata narrativa, rendendo la serie molto più di un semplice resoconto di una vicenda colma di misteri.
L’ultima ragione è culturale. Per ogni conoscitore del nostro Paese rappresenta uno spunto per riflettere. Emanuela Orlandi è scomparsa nel 1983. Da quel giorno sono passati ormai quasi 40 anni. Un bel pezzo di storia durante il quale la società è molto cambiata. Ma che conserva ancora molti elementi validi per capire il presente e la complessità della nostra società. Nella speranza che la verità emerga prima o poi.
Netflix ha presentato molte storie autobiografiche su personaggi discussi. Da un lato, di recente c’è stato il documentario sulla vita di una nota donna del mondo della televisione. Dall’altro, ha presentato i retroscena di un santone amatissimo negli Stati Uniti e molto conosciuto e seguito anche in Italia.