Per quali motivi ci viene consigliato di tenere pochi soldi sul conto corrente o sul libretto postale? Aumentano le spese di gestione? Si corre il rischio di un’eventuale tassa patrimoniale o di un prelievo forzoso per cui potremmo all’improvviso subire decurtazioni? Cerchiamo di capire in una manciata di minuti perché attualmente risulti così poco conveniente lasciare i propri risparmi in deposito.
Sia che si tratti di un conto corrente bancario o postale occorre valutare l’effettiva convenienza di utilizzare tali strumenti. Soprattutto se l’intento del titolare del conto consiste semplicemente nel mettere in atto un piano di accumulo. In altri termini, occorre capire se usate il libretto postale o il conto corrente bancario semplicemente come se fosse una cassetta di sicurezza. Ciò perché se vi limitate ad accantonare somme di denaro dovreste considerare almeno 3 motivi per tenere pochi soldi sul libretto postale. Per i titolari di conti correnti bancari si rinvia invece all’articolo “5 ragioni per tenere pochi soldi sul conto corrente”.
3 motivi per tenere pochi soldi sul libretto postale
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Chi non dispone di un conto corrente bancario e non ha alcuna intenzione di aprirlo trova comodo ricorrere ai servizi offerti dal libretto postale. Ciò riguarda in particolare il risparmiatore che necessita di una limitata operatività che solitamente consiste nell’accredito di pensioni o stipendi e nell’accumulo.
Pur tuttavia, nonostante l’eventuale convenienza legata alle ridotte spese di gestione vi sono valide ragioni per non lasciare molta liquidità in deposito. La prima ragione riguarda la valutazione delle imposte fiscali che il titolare è tenuto a versare. Consultiamo a tal proposito la “Scheda di sintesi e Foglio Informativo” che dall’8 maggio 2020 figura sul portale ufficiale di Poste Italiane.
In riferimento al libretto postale Smart si legge ad esempio che relativamente al regime fiscale sugli interessi maturati “si applica una ritenuta del 26%”. Oltre alla tassazione degli interessi bisogna calcolare l’imposta di bollo che prevede annualmente l’esborso di 34,20 euro. L’unico modo che il titolare di libretto ha per evitare il versamento di tale onere consiste nel lasciare in deposito somme inferiori ai 5000 euro. Ecco dunque la seconda ragione che dovrebbe dissuadere dal conservare i propri risparmi su un libretto.
In ultima analisi, conviene considerare che attualmente i rendimenti non promettono margini di guadagni e tassi premiali interessanti. A proposito del libretto Smart, sempre nella suddetta Scheda aggiornata a maggio 2020 si legge che il tasso di interesse è “fissato nella misura ad oggi pari a 0,001% annuo lordo”. Identico il rendimento lordo che assicurano il libretto Nominativo ordinario, quello per minorenni e quello giudiziario.