3 motivi per non lasciare soldi sul conto corrente più un consiglio d’oro

banche conto corrente

Oggi arrivare alla fine del mese è una sfida a ostacoli, specie per le famiglie con figli. Per fare carburante o pagare le bollette luce e gas, come pure per fare la spesa al supermercato o prendere una pizza, tutto costa più caro. Se prima della crisi i soldi non bastavano mai, oggi è semplicemente peggio.

Inoltre si aggiungono alcune scelte personali alquanto perdenti. È il caso del conto corrente, da molti considerato per errore uno strumento di investimento. Vediamo allora 3 motivi per non lasciare soldi sul conto corrente oltre al necessario.

Il conto corrente è uno strumento di investimento oppure no?

Il c/c è uno strumento utile per depositare il denaro. La banca che lo custodisce offre servizi di pagamento come l’accredito stipendio o pensione, la domiciliazione utenze, i bonifici, etc. Inoltre associa altri servizi accessori quali gli assegni, la carta di credito e di debito.

In sostanza è un utilissimo conto di pagamento, mentre è un pessimo strumento di investimento. Il passaggio da uno scopo a un altro avviene nel momento in cui il conto accoglie tutti i risparmi in forma liquida. Oppure quando la giacenza va aldilà del c.d. fondo di emergenza. Sarebbe quella parte di risparmi destinati a far fronte a eventuali imprevisti. Secondo gli esperti l’entità di questo fondo non dovrebbe superare le 3 mensilità di spese correnti.

Perché non conviene tenere fermi i soldi sul conto in banca

Un primo motivo per cui non conviene avere tanti soldi liquidi sul conto rimanda ai costi, ossia le spese vive e quelle subite indirettamente.

Tra le prime troviamo le commissioni bancarie che variano in base alle condizioni contrattuali. Secondo l’ultima indagine di Banca d’Italia, i conti più economici sono quelli online mentre i più cari sono i c/c bancari tradizionali.

Poi c’è l’imposta di bollo di 34,20 euro annui (per i conti intestati alle persone fisiche) quando la giacenza è superiore a 5mila euro.

Tra le spese subite indirettamente troviamo l’inflazione, la più grande beffa per il piccolo risparmiatore. Egli, infatti, convinto di essere al riparo dai rischi insiti nell’investimento subisce in realtà un danno enorme in termini di potere d’acquisto. Cioè il saldo nominale resta più o meno lo stesso (al netto di tasse e commissioni) mentre quei soldi valgono sempre meno nel corso del tempo.

Cosa succede ai nostri soldi se una banca fallisce?

Parimenti non vanno dimenticati i rischi esogeni, cioè che non dipendono dalla propria volontà. Il primo riguarda l’eventuale fallimento della banca. Il bail-in prevede che a ripianare i debiti bancari siano i soggetti interni dell’istituto, secondo un dato ordine. Si parte dagli azionisti, poi i titolari di altri titoli di capitale, i creditori subordinati, i creditori chirografari e i correntisti con più di 100mila euro sul c/c.

Infine non va dimenticato il prelievo forzoso sul c/c, possibile misura a cui lo Stato ricorre nei casi di estremo bisogno di cassa. Anche qui avere tanta liquidità sul conto potrebbe rivelarsi una pessima scelta.

3 motivi per non lasciare soldi sul conto corrente più un consiglio d’oro

Come si evince, non conviene mai essere liquidi sul conto oltre certe soglie. I soldi vanno lavorati, risparmiati e protetti, che tradotto vuol dire investiti. È pur vero che oggi è difficile battere l’attuale inflazione e conservare invariato il potere d’acquisto.

Tuttavia, al netto dell’attuale fase storica è possibile conseguire buoni rendimenti sul medio-lungo termine. Una sana pianificazione finanziaria darebbe modo anzitutto di proteggere i risparmi. Inoltre contribuirebbe a realizzare i propri obiettivi, come la pensione, l’acquisto di una casa, le spese universitarie dei figli, etc.

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