Di certo c’è solo che siamo di fronte alla più popolare e discussa figura della street art, dai contorni indefiniti che ne alimentano il mito. La Critica si divide fra chi lo osanna e chi lo snobba, ma la sua straordinaria capacità comunicativa non è mai stata messa in discussione. D’altronde ogni suo movimento viene attenzionato dai media, spesso imbeccati direttamente dal profilo Instagram dello stesso artista.
Chiamiamola guerrilla art
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Nato nei primi anni 70 a Bristol, Banksy si dedica a quel particolare ramo dell’arte di strada che va sotto il nome di guerrilla art. Il suo campo d’azione è l’intero globo, e così in Italia il “terrorista dell’arte” colpisce a Napoli e a Venezia. Sin dalle sue prime opere si intravede l’influenza del francese Blek Le Rat, specie per la scelta della tecnica di base, ma non solo. Tant’è che lo stesso Bansky ha dichiarato: “Ogni volta che dipingo qualcosa scopro che Blek Le Rat lo ha fatto 20 anni fa”.
3 motivi che rendono Banksy già oggi uno dei miti della storia dell’arte
Il lavoro di Banksy ha il carattere di denuncia sociale, per modalità e semantica. Ma la sua incisività è probabilmente dovuta ad un insieme di fattori. Vediamo i principali.
Per prima cosa, l’ignoto. Tutti sanno chi è Banksy, ma nessuno sa chi sia. Così lui appare per poi scomparire, quasi col dono dell’ubiquità. In questo modo l’anonimato ha consacrato l’artista fra i miti nella visione collettiva, e naturalmente non è mancato chi ha cercato di risolvere l’enigma della sua identità. La teoria del giornalista investigativo Craig Williams riconduce al leader del gruppo musicale Massive Attack, anche lui graffitista. Questo perché molte delle apparizioni dei graffiti di Banksy sarebbero apparsi giusto pochi giorni dopo un concerto del famoso gruppo trip hop, proprio nelle stesse città. I criminologi della Queen Mary University di Londra avrebbero utilizzato invece una rivoluzionaria tecnica ideata per individuare i delinquenti recidivi, identificandolo con l’artista di strada Robin Gunningham. Infine c’è anche chi prefigura l’azione coordinata di un gruppo di graffitari sotto il suo nome.
Un secondo fattore è la tecnica usata per i murales, che è lo stencil. Il graffito si ottiene così grazie all’apporto di una maschera ritagliata che fa da negativo, su cui poi viene applicata la vernice. L’adozione di questa metodologia si è resa necessaria per ovviare ad una realizzazione lenta dei murales, scongiurando così l’intervento della polizia.
Infine, l’efficacia della tecnica comunicativa su più livelli: il linguaggio artistico semplice e popolare, il messaggio di rottura, l’effetto sorpresa, l’uso dei social.
Il celebre artista inglese è poi sicuramente abile a cavalcare il suo successo planetario. Probabilmente però non avrebbe lo stesso impatto senza questi 3 motivi che rendono Banksy già oggi uno dei miti della storia dell’arte, e forse la sua ultima grande star.
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