3 errori da non fare quando arriva una cartella esattoriale e 3 cose da fare che aiutano per davvero

cartella esattoriale

Sono diversi gli stati d’animo che possono manifestarsi nel momento in cui un contribuente riceve a casa una cartella esattoriale. Paura, ansia, sgomento, frustrazione. Ricevere una cartella esattoriale non è certo una cosa positiva, e purtroppo non è nemmeno una cosa rara. Le statistiche infatti sono lì a dimostrare come le cartelle esattoriali non siano una rarità per gli italiani. Sono milioni i contribuenti italiani che hanno a che fare con le cartelle esattoriali. Nessuno però deve farsi prendere dalla disperazione. Anche perché ci sono diversi modi per venirne a capo. Basta sapere cosa fare e cosa e soprattutto, cosa non fare e come comportarsi con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

3 errori da non fare quando arriva una cartella esattoriale e 3 cose da fare che aiutano per davvero

La prima cosa da sapere è che la notifica è uno strumento che al contribuente può tornare utile anziché nuocere. Non accettare la notifica del messo comunale o del postino, non serve a nulla. Rifiutarla non blocca il procedimento, perché lo stesso, sarà considerato compiuto. Rifiutare la notifica è un errore da non commettere perché impedisce di presentare ricorso e questo è l’unico vero effetto che produce il rifiuto. I 30 o 60 giorni canonici per il ricorso, decorrono anche senza notifica accettata.

Altra cosa che non va fatta è il non considerare la cartella dopo averla ricevuta. Una cartella va sempre pagata o al massimo, va sempre contestata. L’immobilismo, cioè il lasciare la cartella senza compiere nessuna delle due azioni la fa peggiorare come interessi e sanzioni, fino ad arrivare all’esecuzione forzata. Infine, pagarla o chiedere la rateizzazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione, equivale ad accettarla. Una specie di ammissione di colpa. Una cartella, una volta pagata o rateizzata, equivale alla manifestazione di accettazione. In pratica è come se un contribuente accettasse la colpa. E anche in questo caso niente ricorso. In ogni caso, si tratta di uno dei 3 errori da non fare.

Cosa bisogna fare

Controllare da dove proviene l’atto è la prima cosa da fare. Quale sia il tributo, tassa o multa evasa da cui nasce la cartella è il primo passo. l’Agenzia delle Entrate Riscossione non è esente da errori. E magari quel “balzello” era stato già pagato. Il secondo passo è la verifica delle notifiche che hanno preceduto la cartella. Esiste la prescrizione, che può portare all’annullamento della cartella se l’ente prima e la riscossione poi, non hanno provveduto a fare tutto a norma con le date delle comunicazioni.

Infine, meglio collegarsi con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS al sito dell’agente di riscossione. Controllare la cronistoria della cartella è di fondamentale importanza per verificare se sia o meno il caso di provvedere a pagare. Il contribuente privo delle credenziali di accesso ai servizi digitali delle PA deve rivolgersi a CAF, patronati, commercialisti e associazioni deputate a svolgere il compito di assistenza per i cittadini. Il controllo è importante anche per verificare se quella cartella rientra in provvedimenti di sanatoria e condoni quali la rottamazione o il saldo e stralcio. In entrambi i casi gli sconti sul dovuto possono essere cospicui.

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