Nelle giornate in cui in Borsa prevale il timore per un ribasso imminente, molto spesso gli investitori preferiscono portare a casa i guadagni vendendo le azioni che maggiormente hanno corso nelle sedute precedenti. Ecco 3 azioni che hanno subito una forte battuta di arresto al termine della chiusura precedente. Si tratta di una naturale pausa del rialzo in corso o inversione di tendenza?
3 azioni che hanno subito una forte battuta di arresto: i possibili motivi del ribasso
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I tre peggiori titoli azionari alla chiusura della seduta del 10 gennaio sono stati: SECO, Banca MPS e Juventus. Perché proprio queste tre azioni hanno perso oltre il 3% in una seduta che ha chiuso praticamente invariata?
SECO appartiene al settore della tecnologia (Ftse Italia All-Share Technology Index) da inizio anno sta dominando il Ftse Mib con un rialzo superiore al 10%. Non deve sorprendere, quindi, che il titolo possa essere stato al centro delle vendite.
Banca MPS è stato il migliore titolo della settimana. Le azioni Juventus, invece, da inizio dicembre avevano guadagnato circa il 60%.
Le indicazioni dell’analisi grafica sul titolo SECO
Il titolo SECO (MIL:IOT) ha chiuso la giornata di contrattazione del 10 gennaio a 5,60 euro, in ribasso del 3,78% rispetto alla seduta precedente.
Nonostante il forte ribasso, che ha reso il titolo il peggiore del Ftse Mib, le medie sono ancora incrociate al rialzo. Le prossime sedute, però, potrebbero essere decisive per capire il futuro di SECO. Una chiusura giornaliera inferiore a 5,5 euro, infatti, potrebbe fare accelerare al ribasso il titolo.
Questa debolezza è sorprendente visto che i suoi prodotti sono scelti anche negli USA.
La valutazione sulla base dell’analisi fondamentale
Incominciamo col ricordare che la società è tra quelle che non ha pagato dividendi in passato e non ci sono informazioni verificate sulla sua volontà di pagarne nel prossimo futuro.
Se, invece, si guarda alla valutazione sulla base dell’analisi fondamentale si scopre che il titolo è fortemente sopravvalutato. Ad esempio, il rapporto tra prezzo e utili è circa quattro volte superiore a quello medio del settore di riferimento. Anche il rapporto tra prezzo e fatturato è molto elevato (vale 3,6) non solo rispetto al settore di riferimento, ma anche in assoluto.
Secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, il prezzo obiettivo medio calcolato partendo dalle raccomandazioni degli analisti esprime una sottovalutazione del 65% circa.