In quest’articolo la Redazione di ProiezionidiBorsa metterà a confronto un’ipotetica evoluzione fatta da 2 nonni. A Natale del 2010 hanno regalato 1.000 euro ai rispettivi nipoti e oggi c’è chi festeggia e chi invece rimugina. Vediamo di capirne di più.
A Natale non sono pochi i nonni che amano regalare soldi ai propri nipotini. Si tratta di un gesto con molteplici valenze. L’amore per i più piccoli, la comprensione delle tante spese legate alla crescita, il non sapere cosa potrebbe fare più o meno piacere.
In quest’articolo la Redazione di ProiezionidiBorsa analizza uno scenario particolare. Utilizzando dati reali e concreti, ci si interroga sulle evoluzioni che avrebbero avuto nel tempo due ipotetici regali, risalenti al Natale di 10 anni fa. Dunque, analizziamo la storia di 2 nonni: a Natale del 2010 hanno regalato 1.000 euro ai rispettivi nipoti e oggi c’è chi festeggia e chi invece rimugina. Analizziamo il perché.
Alcune piccole premesse
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Consideriamo due casi classici di regali ai minori, ossia il deposito su un Libretto di Risparmio ed il classico Buono dedicato ai minori.
Immaginiamo inoltre che in questo dicembre i due nipoti siano divenuti maggiorenni. Quindi anche il titolare del Buono sarebbe libero di incassare il suo dono. Tuttavia, a dieci anni di tempo i due regali non sono rimasti immutati, sebbene (altra nostra ipotesi) nessuno li avesse toccati nel frattempo. Vediamo quanto valgono e/o rendono oggi.
Il regalo nel Buono dedicato ai minori
Il nonno più intraprendente e timoroso degli effetti nefasti dell’inflazione aveva scelto una delle forme presenti sul mercato che lo proteggessero da tale “virus”. Ha deciso quindi di investire i suoi 1.000 euro nel classico prodotto emesso da Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti dalle Poste: il Buono dedicato ai minori.
In questo link riportiamo tutte le specifiche relative a tale titolo. Ancora, ricordiamo che dieci anni fa i rendimenti collegati a questa serie (la serie M54, di cui qui il link) erano più generosi degli attuali. I tassi, infatti, non erano a zero come gli attuali.
Dunque, 1.000 euro investiti ad esempio il 13 dicembre 2010 su questo strumento oggi varrebbero 1.353,29 euro. Al netto della ritenuta fiscale di 50,47 euro, per cui gli interessi lordi sarebbero pari a 403,75 euro.
I 1.000 euro stornati sul Libretto di Risparmio
L’alternativa sarebbe potuta essere quella di aprire il c.d. Libretto Minori. Esso può essere intestato esclusivamente a un minore di età, quale unico intestatario. Non ha costi di apertura, gestione ed estinzione, fatti salvi gli oneri di natura fiscale. Le somme depositate rendono degli interessi, ma sono praticamente pari al nulla. Ad esempio al punto 5 della Scheda di sintesi del prodotto si legge che i tassi annui nominali lordi in vigore dal 18.02.2016 sono pari allo 0,01%. Li possiamo dunque tralasciare del tutto nel nostro calcolo finale.
Il vantaggio può ravvisarsi nella misura in cui il beneficiario effettui nel tempo dei piccoli prelievi per le sue spese. Ad esempio quelle scolastiche o per vestiti, pc, etc. Se invece sono parcheggiati in attesa della maggiore età (sarebbe poi la nostra ipotesi di partenza), la scelta può essere deleteria.
Perché se è vero che a Natale 2020 il neo-maggiorenne si ritroverà per sempre 1.000 euro nominali, in realtà essi valgono molto meno. Infatti nel decennio l’inflazione cumulata è stata pari a circa il 12,5%.
Quindi, è come se quel nonno nel 2010 avesse regalato al nipote solo 850 euro, pur avendo sborsato una cifra pari a 1.000 euro. E i restanti 150 euro che fine hanno fatto? Semplice: li ha rosicchiati per sempre l’inflazione, senza alcuna possibilità né di ritorno né di rimborso.
Ecco dunque la storia dei 2 nonni: a Natale del 2010 hanno regalato 1.000 euro ai rispettivi nipoti e oggi c’è chi festeggia e chi invece rimugina.