Fondi indicizzati, 2 ETF sul FTSE MIB, e 1 sul Nasdaq, su cui puntare nel 2025

2 ETF sul FTSE MIB, e 1 sul Nasdaq, da valutare come investimento nel 2025

Gli investimenti in fondi indicizzati sono relativamente recenti, ma sta rapidamente crescendo l’interesse sia per la Borsa italiana che per gli indici americani, come Nasdaq e S&P 500. 

Investire nel mercato azionario non significa obbligatoriamente acquistare azioni di singole società; grazie alla varietà di possibili strategie, si può costruire un portafoglio redditizio anche puntando sui fondi indicizzati, o ETF che tracciano gli indici di Borsa. Si tratta di una forma di investimento definita passiva, ma che comporta diversi vantaggi, in primis un minor costo di gestione. Oltretutto, si possono scegliere fondi indicizzati che seguono un determinato indice di mercato, ma anche indici azionari e/o settori specifici o tipologie di azioni come le obbligazioni.

Pro e contro dei fondi indicizzati

Innanzitutto occorre ricordare che investire in tracker fund significa risparmiare costosissime commissioni. Non c’è la figura del fund manager e degli analisti e non ci sono molte transazioni. Il risparmio diventa nel lungo periodo un rendimento maggiore. L’investitore può scegliere tra molti indici, e per ogni indice trovare decine e decine di fondi indicizzati.

I Tracker Fund rappresentano una buona opzione per chi desidera investire nel lungo periodo anche senza dover essere esperti in Borsa. Naturalmente, nessun investimento è mai sicuro al 100% e c’è il rischio che le oscillazioni dei Mercati portino a qualche sgradita sorpresa. La volatilità è una variabile da non sottovalutare, soprattutto quando l’economia di un Paese non se la passa proprio bene. Se l’indice del fondo su cui si è investito crolla, crolla anche il fondo, e le aspettative di guadagno.

Quali sono i migliori ETF su FTSE MIB – e una sorpresa sul Nasdaq

Doverosa premessa è ricordare che gli ETF stanno guadagnando quote di mercato sempre più consistenti, ma l’Europa è lievemente in ritardo rispetto agli Stati Uniti, dove ne troviamo praticamente il doppio.

Secondo esperti, Amundi FTSE MIB UCITS ETF (Dist) rappresenta un’ottima scelta per chi vuole creare un portafoglio con tracker fund. Da tenere in considerazione anche iShares FTSE MIB UCITS ETF EUR (Acc); entrambi replicano le più grandi 40 società italiane quotate in Borsa. Gli indici di spesa sono rispettivamente di 0,35% e 0,33% all’anno.

Da segnalare, infine, un ETF sul Nasdaq che vanta un curriculum niente male. Parliamo di Invesco QQQ Trust, che segue l’indice Nasdaq -100 e che contiene le 100 maggiori società non finanziarie scambiate sulla borsa Nasdaq Composite. In 10 anni ha praticamente quintuplicato la rendita grazie al fatto che vanta esposizioni in fattori chiave della tecnologia, come ad esempio il digital advertising, il cloud computing, i pagamenti e l’intrattenimento digitali e altri. Questi hanno portato a una crescita costante nel tempo e visto il boom tecnologico a cui stiamo assistendo è probabile che il trend positivo mantenga le sue performance ancora a lungo.

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