Il legame d’amore tra gli italiani e l’investimento immobiliare è noto sin dalla notte dei tempi. Il fenomeno ha preso piede particolarmente dagli anni del cosiddetto boom economico (1960-’70) e non si è mai interrotto. Il motivo è semplice: ha dato tante soddisfazioni in termini di ritorno economico a chi ci ha creduto e investito.
Ma alla soglia del nuovo Millennio l’investimento in immobili è ancora un cavallo vincente? In particolare, 100.000 euro investiti nel mattone 20 anni fa quanto valgono oggi? Procediamo con ordine.
Ipotizziamo 100.000 euro investiti nel mattone circa 20 anni fa
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Chi investe nel mattone spesso intende attuare una doppia strategia: una di breve-medio termine, l’altra di lungo. Con la prima, si punta ad affittare l’immobile e garantirsi un flusso di entrate costanti. Con la seconda, si confida nella rivalutazione del capitale immobiliare nel corso degli anni futuri.
Ora, facendo dei parallelismi, ma sempre con i dovuti distinguo, è come se si acquistasse un BTP a 30 o 50. Nel breve-medio periodo si punta all’incasso periodico delle cedole. Invece nel medio e lungo termine si spera che avvenga il “miracolo” della rivalutazione del prezzo del titolo sul mercato secondario.
Ma tornando all’universo delle abitazioni, 100.000 euro investiti nel mattone 20 anni fa quanto valgono oggi? Ora, un’indagine in tal senso e che copre a grandi linee il periodo che abbiamo noi preso a riferimento, l’ha svolta Tecnocasa, noto network di mercato. Questo studio ha analizzato la rivalutazione di questo asset dal 1998 al 1° semestre 2020 e limitatamente alle sole grandi città.
Commentiamo i dati
Dai dati resi noti dal network immobiliare si evince come in questo ventennio circa la rivalutazione media del capitale immobiliare sia stata pari al 37,8%.
Come tutte le medie, anche questo dato nasconde al suo interno realtà divergenti. Da un lato infatti svetta Milano con il suo +102,1%, quasi una sorta di capitolo a parte e distinto dal resto delle altre città. All’altro estremo troviamo invece Genova, che nel ventennio ha segnato addirittura un –18,5%.
Nel mezzo di questi due eccessi troviamo poi le restanti città. Vale a dire Firenze e Napoli, quasi appaiate (rispettivamente +66,7% e +65,3%), poste al 2° e 3° posto. Poi è la volta di Roma (+51,8%) e Verona (+41,9%), con rialzi sopra la media nel ventennio.
Procedendo oltre, s’incontrano Palermo (+33,4%), Bologna (+28,,1%) Bari (+21,6%) e, al nono posto, Torino (+12,6%). Infine chiude Genova, l’unica col segno meno.
Altre 2 considerazioni
A questo punto dobbiamo aggiungere due ulteriori considerazioni.
Il mondo real estate non inizia e finisce solo alle grandi città. Tuttavia, sono quest’ultime quelle verso cui notoriamente s’indirizza il grosso della domanda di case da parte di chi ne cerca una.
Morale: se nelle grandi città, nel ventennio considerato, la rivalutazione è stata del 37,8%, è verosimile supporre che nei medi-piccoli centri urbani la situazione sia stata molto meno rosea. Non abbiamo dati certi per affermarlo con sicurezza, ma sappiamo molto bene che i prezzi sono una funzione positiva della domanda. Cioè sale quest’ultima, quindi salgono anche i primi.
Ora, è risaputo che la domanda di case è molto più forte nei capoluoghi di provincia e/o regione, e le località turistiche. Mentre lo è molto meno altrove.
Ma 100.000 euro investiti nel mattone 20 anni fa quanto valgono oggi?
La seconda considerazione verte su quanto potrebbe avvenire nel futuro prossimo e in merito a tale pezzo di economia. A stretto giro, tanto (o tutto?) dipenderà dalle risorse del Recovery Fund e dalla sua capacità di rilanciare il PIL. Il quale a sua volta influenzerà la dinamica del tasso di occupazione, quindi il livello delle retribuzioni e infine la ripresa della domanda di case.
Ad ogni modo, rimandiamo all’articolo di cui qui il link per un’analisi più analitica del mondo real estate in questo inizio di 2021.
Abbiamo dunque risposto al quesito: 100.000 euro investiti nel mattone 20 anni fa quanto valgono oggi?