1.000 euro di multa a dipendente e fino a 6 anni di reclusione per il datore di lavoro per questa violazione del codice penale

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Quando si stipula un contratto di lavoro la legge pone una serie di obblighi e divieti, tanto per il datore di lavoro che per il lavoratore. Il lavoratore deve rispettare gli orari di lavoro previsti dal contratto. Deve seguire le indicazioni del datore e organizzare la sua attività coerentemente con le sue istruzioni. Il datore di lavoro deve, invece, pagare lo stipendio al dipendente, concedergli le ferie, il riposo settimanale e tutti gli altri diritti previsti dalla legge.

Ad esempio, un obbligo particolarmente importante del datore di lavoro riguarda gli oneri di sicurezza. Infatti, l’imprenditore ha il preciso obbligo di legge di rendere sicuro il posto dove lavorano i suoi dipendenti. Questo è un obbligo molto importante, e infatti, se qualche impiegato si fa male sul posto di lavoro, il capo risponderà con sanzioni civili e penali.

I comportamenti vietati al datore di lavoro

Non ci sono, però, solo le leggi sulla previdenza e sulla sicurezza. Infatti, il datore di lavoro ha tutta un’altra serie di obblighi previsti dalla legge molto importanti e che, se violati, comportano sanzioni. Ad esempio, la Cassazione ha di recente chiarito che rischia 1.000 euro di multa a dipendente e anche la reclusione, fino a 6 anni, il datore che viola il codice panale.

Più in particolare, i giudici hanno discusso su che sanzione applicare al datore di lavoro che assume i dipendenti per un part-time e poi, li fa lavorare come in un full-time. Secondo la Corte, questo comportamento rientra tra quelli vietati dall’articolo 603 bis del codice penale. Si tratterebbe del reato di caporalato. Secondo l’articolo 603 bis risponde penalmente il datore di lavoro che sfrutti i propri dipendenti.

1.000 euro di multa a dipendente e fino a 6 anni di reclusione per il datore di lavoro per questa violazione del codice penale

In particolare, se recluta manodopera per utilizzarla direttamente oppure destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. In entrambi i casi, approfittando del loro stato di bisogno. Oltretutto, se il datore di lavoro commette questi fatti con violenza e minaccia le sanzioni si alzano ulteriormente. Infatti, c’è la multa fino a 2.000 euro per ogni lavoratore e fino a 8 anni di reclusione.

Tra i comportamenti che possono portare il datore di lavoro a commettere questo tipo di reato c’è anche la reiterata violazione delle norme riguardo l’orario di lavoro. Non solo, ma anche quelle riguardanti il riposo settimanale, le ferie, l’aspettativa obbligatoria. In tutti questi casi, il datore di lavoro risponde in base all’articolo 603 bis. Secondo la Cassazione, stipulare un contatto part-time e far lavorare il dipendente in full-time rientra tra le condotte vietate e sanzionate dall’articolo 603 bis.

Approfondimento

Il datore di lavoro rischia un ingente risarcimento e di dover riassumere il dipendente se lo licenzia in questo modo illegittimo

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