I bond irredimibili salveranno l’Italia?

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L’economia è ferma. La causa è della chiusura delle aziende e della mancanza di consumi per l’obbligo di restare a casa. A differenza di altre volte non si tratta di una crisi finanziaria. Non è legata a gestione allegra delle finanze e al non aver gestito le risorse al meglio, attraverso riforme e tagli, provocando così la speculazione contro il nostro Paese, come avvenne nel 1992 e nel 2011. In questo caso si tratta di un evento eccezionale, al di fuori del normale.

Va considerato con aspetti totalmente differenti rispetto alle questioni citate.

Di eurobond, che si sentono nominare  ovunque in questi giorni, si era già parlato durante la precedente crisi, quella del 2011. Ma l’ostilità tedesca nelle persone che contavano, come la Merkel e Schäuble, l’allora ministro delle finanze, fecero tramontare l’idea. Il loro principio, cioè debito condiviso da tutti gli stati dell’Eurozona non solo non è sbagliato, ma è perfettamente condivisibile.

Purtroppo questo fatto evidenzia ancora di più l’errore iniziale di aver creato una divisa comune, l’euro, lasciando però ogni Stato, che non poteva più battere moneta, libero di emettere titoli di debito. I quali, è evidente, sarebbero stati lo specchio della “moralità” di ogni singolo stato. Il resto è storia: chi è stato rigoroso è stato premiato dal mercato. Chi non lo è stato, al contrario, è stato massacrato dalla speculazione. Come è avvenuto alla Grecia, e come abbiamo rischiato (e rischiamo spesso) anche noi. Ma come uscire da questa situazione?

E se non ce li “volessero” dare?

I bond irredimibili salveranno l’Italia?

Come visto, gli eurobond sarebbero sacrosanti. E se non ce li “volessero” dare? Esistono soluzioni alternative che sarebbero gradite ai mercati? Esistono soluzioni in cui far impiegare agli italiani i propri soldi, il proprio sudato denaro? Sì, certo.

Vi ricordate, per caso, la Rendita Italiana? No? Era una delle voci che si vedevano sulla sezione economica dei quotidiani, nella parte dedicata alle quotazioni dei titoli. Si trattava di un titolo irredimibile emesso nel 1935 per 42 miliardi di lire. Oggi sarebbero stati oltre 4.900 miliardi di euro, considerata l’inflazione, una cifra mostruosa. Lo scopo era di finanziare la guerra in Etiopia, e prevedeva un interesse annuo, ma non aveva scadenza.

Ebbene, questo titolo è andato avanti pagando gli interessi fino agli anni ’90, ed è stato completamente rimborsato alla pari per una prima parte nel 1981 e per il restante nel 1998.

I bond irredimibili salveranno l’Italia?

In Italia ci sono 3500 miliardi di valori depositati nelle banche. Il patrimonio complessivo della popolazione è stimato in circa 8000 miliardi. Abbiamo  la terza riserva aurea a livello mondiale dopo Stati Uniti e Germania. Siamo la terza economia dell’Eurozona dopo Germania e Francia. Abbiamo fondato l’Europa e siamo membri del G8. La possibilità di emettere un titolo analogo, per un importo importante, anche 100 miliardi, troverebbe il contributo di molti investitori nazionali ed internazionali, visto lo scopo diretto al sostegno di imprese e lavoro.

Non avendo questo prestito irredimibile scadenza, si potrà mettere una fiscalità più bassa, ed una cedola più interessante. E potrà eventualmente, col migliorare delle cose, essere rimborsato proporzionalmente, come avvenne per la tassa per l’Europa del 1996. Crediamo che ogni cittadino che ne avesse la possibilità lo sottoscriverebbe subito, e sarebbe una bella lezione per gli altri Paesi dell’Eurozona. Soprattutto per quelli che non capiscono che l’intransigenza, oggi, è ben più dannosa della comprensività.

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